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Il centro quotidiano degli abruzzesi

Lunedì 31 ottobre 2016, a trent’anni dal principio fine della corsa per “il Centro - quotidiano dell’Abruzzo” targato Gruppo Espresso, una delle più importanti imprese editoriali che pubblica il quotidiano “la Repubblica”, il settimanale “l’Espresso” e una rete di giornali locali che nel loro insieme - una diffusione di 400 mila copie e passa al giorno - configurano il quotidiano più accettato in Italia. Martedì 1° novembre l’inizio di un’altra corsa: “il Centro” è passato sotto il controllo di una società editrice nuova di zecca che fa capo ad una cordata di quattro imprenditori abruzzesi: Luigi Pierangeli (cliniche private, patròn della tv Rete8), Cristiano Artoni (ex presidente della Banca di Teramo, impresario nella distribuzione editoriale), Alberto Leonardis (manager) e Luigi Palmerini (costruttore edile). La vendita del “Centro” è la conseguenza dell’acquisto da parte dell’Espresso dei quotidiani “La Stampa” e “Il Secolo XIX” che obbliga il Gruppo a rispettare i limiti di tiratura previsti dalle norme antitrust.
L’avventura del “Centro”, nato il 3 luglio 1986, è la storia di un giornale unico, soprattutto nella prima fase. Grandi direttori come Ugo Zatterin, Carlo Pucciarelli il fondatore, Pier Vittorio Buffa. Giovani cronisti, scrittori e collaboratori, firme di fama nazionale perché nazionale era ed è stato il legame con il Gruppo Espresso, un rapporto sinergico, un ponte che ha consentito ad un quotidiano regionale come “il Centro” di arricchire le sue pagine e di espandere i suoi interessi attingendo ad un patrimonio di competenze e professionalità di alto livello in tutti i settori della vita sociale, culturale e produttiva del Paese, compresa quella dell’informazione. “Il Centro” però ha aperto le porte soprattutto a scrittori, economisti, e letterati abruzzesi. Nella redazione iniziale figuravano giornalisti provenienti da altre testate del Gruppo, stimolati dalla sfida di dar vita ad un nuovo quotidiano. Meno di un mese dopo entrammo cinque abruzzesi, i primi, fino a che giornalisti, fotografi, poligrafici e amministrativi tutti abruzzesi riempirono le redazioni; per dire del punto di svolta che nel suo piccolo quel quotidiano ha segnato anche sul terreno della formazione e della creazione di posti di lavoro. Una sfida. E’ stata una sfida quel che “il Centro” ha rappresentato, fin dall’esordio: guadagnare la fiducia e la stima dei lettori non è stato un gioco, farsi spazio tra una concorrenza ben radicata nella regione esigeva impegni superiori nel raccontare l’attualità, nella ricerca delle notizie e nell’approfondimento dei fatti. Si potrebbe continuare elencando gli “scoop” e la realizzazione di inchieste di prim’ordine che hanno fatto del “Centro” il giornale più apprezzato dagli abruzzesi. Per chi questa sfida l’ha vissuta dalle origini è stata una straordinaria storia di giornalismo, concepita dalle idee di Carlo Caracciolo come editore e dai capisaldi informativi e culturali di Mario Lenzi, una simbiosi di amicizia e di fiducia tra un giornalista e il suo editore, Un’esperienza professionale ispirata da una visione etica del giornalismo, una missione. Lenzi, ricordo, già combattente nella Resistenza toscana, è il giornalista che ha inventato i giornali locali dell’Espresso che hanno impresso una spinta decisiva alla stampa provinciale e regionale. Fu sempre lui a ideare le “sinergie” con la creazione di un’agenzia centrale nazionale (Agl) e lo scambio di servizi e pagine tra i quotidiani; fu lui che diede impulso allo sviluppo delle nuove tecnologie rivoluzionando il modo di produzione dei giornali: i cronisti del “Centro” appena nato usavano il computer, la redazione era ammirata e invidiata dalla concorrenza dove si battevano i pezzi ancora con la macchina da scrivere. Per capire la filosofia che sta alle radici del “Centro” sono illuminanti le parole che Lenzi pronunciò in occasione del primo incontro con i giornalisti: “I nostri padroni sono tutti coloro che ogni giorno ci comprano e ci leggono”. In questo spirito è cresciuta una generazione di giornalisti abruzzesi. Il progresso tecnologico ha fatto passi da gigante, viviamo nell’era dei “social network”, la velocità e l’abbondanza delle informazioni online stanno modificando abitudini e costumi, ma la carta stampata resta la fonte di conoscenza più potente, approfondita e ragionata a disposizione dei cittadini e al tempo stesso uno spazio di confronto e di discussione. Quando ovviamente riesce convincente dimostrando autonomia, credibilità, competenza. C’è dunque attesa e curiosità sul passaggio di mano del “Centro”che va in edicola con un diverso assetto proprietario, e non potrebbe essere altrimenti. Il futuro di quel giornale non riguarda soltanto la parte più immediatamente interessata, i giornalisti e i poligrafici che ci lavorano, ma riguarda la vita culturale e civile dell’intera società regionale, già pesantemente impoverita dalla scomparsa e dal ridimensionamento di testate storiche quali “Il Tempo” e “Il Messaggero” Se chiude un giornale chiude un’idea ha detto qualcuno, e se un giornale cambia padrone? Può essere che non cambi nulla, può essere invece che nulla sarà come prima.
Sandro Marinacci

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Vario è una rivista che da oltre venti anni racconta l'Abruzzo valorizzandone le eccellenze nei diversi settori: quello culturale, economico, ambientale, produttivo e sociale. Un taglio giornalistico moderno, sobrio ed esaustivo e un'alta qualità delle immagini ne fanno uno strumento indispensabile per conoscere meglio questa regione in crescita.
  

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