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La voce aquilana nel mondo

 

Simona Molinari in Cina

La sua voce ha incantato il pubblico in Cina, presto andrà in Giappone, poi tornerà in USA e Canada. La “bella del bel canto” porta L’Aquila in giro per il mondo.

“Bel canto bella”, è l’appellativo con cui un giornale cinese ha annunciato l’arrivo di Simona Molinari, astro nascente della musica italiana, recentemente applaudita sui palchi di Pechino, Shangai, Macao e Hong Kong. La definizione calza quanto mai a pennello: la bella abruzzese (napoletana solo per l’anagrafe) ha una voce da usignolo, un’estensione chilometrica delle corde vocali, allenate fin da giovanissima sulle note del soul, del jazz e di tutto ciò che è black nella musica, tanto da portare qualche critico a fare paragoni con una certa tigre di Cremona. In pratica, un fenomeno, come si deduce anche dalle cifre: dopo l’esordio del 2008 con l’album Egocentrica (per cui ha vinto il “premio Lunezia Jazz d’autore 2010” e titolo anche del brano portato a Sanremo), ha conquistato il Disco d’oro per le oltre 35mila copie vendute di Amore a prima vista, primo singolo tratto dal suo nuovo album Croce e delizia –uscito lo scorso giugno– in cui duetta nientepopodimenoché con Ornella Vanoni (mica una da niente) e che le è valso il titolo di “miglior giovane artista” ai Wind Music Awards. Ventisette anni, aquilana d’adozione, brillante, simpatica e spigliata, Simona Molinari ha anche partecipato al concertoevento “Amiche per l’Abruzzo” organizzato da Laura Pausini per raccogliere fondi destinati alla ricostruzione dell’Aquila, il 21 giugno del 2009, esibendosi insieme a Nicky Nicolai e Karima in una reinterpretazione di Un’avventura, il classico di Lucio Battisti. Dopo il tour asiatico la attendono altre importanti performances: una su tutte, quella al Blue Note di Tokyo, il prossimo 25 gennaio, il che è un po’ come dire la Scala del jazz. «Dopo il Blue Note di Milano e quello di Tokyo, chissà che un giorno non arrivi anche quello di New York», dice speranzosa Simona. E chissà che quel giorno non sia vicino: dopo essersi esibita in Giappone infatti “la bella del bel canto” volerà a febbraio negli Stati Uniti e in Canada per un nuovo tour.

Simona, sei sempre in viaggio. Com’è andato il tour asiatico?

È stato un gran bel viaggio. È stato stupendo, una crescita, come ogni viaggio che si rispetti. Quella cinese poi è una cultura completamente diversa dalla nostra, diversa anche da come spesso ci viene presentata: è piena di storia, di “civiltà”. Assolutamente da vedere. Anzi, adesso che sono tornata posso dire che soffro anche di una sorta di saudade, cosa che è capitata anche ad altre persone che conosco. È un posto magico.

Come sei stata accolta?

Benissimo, sono venuti in tanti a sentirmi e hanno partecipato con emozione. Certo, se sei italiano parti già avvantaggiato: la nostra musica è molto apprezzata da quelle parti. Loro conoscono molto bene il repertorio classico, la lirica, e le colonne sonore di Ennio Morricone. Il mio genere forse è meno conosciuto, ma vista l’affluenza di pubblico, senza falsa modestia, direi che è stato un successo.

Spesso la terra trema, in Cina. Il fatto di essere aquilana ti ha avvicinato al pubblico?

Ogni volta che ho potuto ho cantato la mia canzone, Nell’aria, dedicata all’Aquila, e ho ricordato la mia città in ogni serata. Ogni volta c’è stato uno scroscio di applausi, e credo che l’emozione sia stata recepita, con dolore. È evidente che conoscono bene cosa vuol dire vivere una tragedia come quella.

Da “ambasciatrice” musicale dell’Abruzzo, come vedi l’immagine della regione in Cina?

Fondamentalmente dell’Italia i cinesi conoscono Roma, Venezia, Milano. Ma il terremoto ha avuto un’eco vastissima e ha contribuito a far conoscere anche l’Aquila e l’Abruzzo. Però credo che lì si conosca soprattutto lo spirito delle persone, la loro professionalità: sono tanti gli abruzzesi in giro per il mondo, ne incontro dovunque. Nell’ultima serata, alla Camera di commercio di Pechino, c’era anche l’ambasciatore italiano, e ho incontrato diversi connazionali, tra cui alcuni abruzzesi, addirittura aquilani. Anche in Cina abbiamo saputo portare il nostro know-how, la nostra forte identità culturale.

Parafrasando il titolo del tuo ultimo disco… Abruzzo: croce o delizia?

Entrambe. Croce, in questo momento: un po’ per quel che è accaduto, che ancora mi fa venire i brividi; un po’ per il periodo particolare che sto vivendo, che mi fa stare sempre lontana; e perché all’inizio specialmente è stato difficile gestire la cosa, L’Aquila è una piccola città ed era difficile parlarne senza rischiare che qualcuno pensasse che io volessi speculare sulla faccenda. Ma anche delizia: perché è tutto ciò che riguarda la mia infanzia, l’adolescenza, la formazione artistica, le amicizie, i primi amori. È la mia terra.

Nella quale sei tornata per cantare al Fenaroli di Lanciano il 12 dicembre.

È stato un graditissimo ritorno: a Lanciano ho cantato spesso in passato, prima ancora della mia partecipazione a Sanremo. C’è un pubblico caldo, meraviglioso, che mi riserva sempre la stessa accoglienza.

A proposito di Sanremo…

… non so ancora cosa succederà: ho presentato un brano, è al vaglio della commissione. Staremo a vedere, per ora non posso anticipare niente.

Abruzzesi famosi: hai già duettato con Giò Di Tonno in Jekyll & Hyde. Qualche altro corregionale con cui vorresti lavorare?

In realtà ho duettato anche con Piero Mazzocchetti, e prima di Sanremo ho avuto modo anche di lavorare con Davide Cavuti, un grandissimo fisarmonicista. Non mi pare ce ne siano altri…

Ci sarebbe Ruggero, che ha partecipato all’ultima edizione di X Factor, ma ha sedici anni.

Forse è un po’ presto. Ma non si sa mai, diamogli tempo di crescere professionalmente.

Un saluto ai lettori?

Grazie di cuore a tutti gli abruzzesi che mi sono vicini e che mi sostengono, che mi fanno i complimenti. Ogni tanto riesco anche ad andare sulla mia pagina Facebook, tra un viaggio e l’altro, e mi scuso se non riesco a rispondere a tutti…

 

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