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Parola d'ordine: innovazione

Economia
L’Abruzzo punta a migliorare la sua competitività sui mercati nazionali e internazionali per uscire dalla crisi. La strada la indica l’assessore Alfredo Castiglione e si chiama “Poli d’innovazione”.

Alfredo CastiglioneStrumenti nuovi per affrontare una crisi diversa e forse più grave di quelle vissute e superate in passato. L’Abruzzo punta all’innovazione e alla cooperazione fra le eccellenze regionali. «Le abbiamo chiamate Poli d’Innovazione –spiega l’assessore regionale allo Sviluppo economico Alfredo Castiglione – e otto sono già stati costituiti e si avviano all’efficienza operativa, ma altri a breve se ne aggiungeranno. Abbiamo voluto costruire un circolo virtuoso tra imprese, organismi di ricerca, università e fondazioni con lo scopo di produrre competitività e conseguentemente crescita economica. È questa la nostra ricetta per dare nuova linfa allo sviluppo regionale».

Come nasce l’idea dei Poli d’Innovazione?

«Parte dalla constatazione che molte sono le eccellenze presenti nella regione in tutti i settori, aziende che fanno della tecnologia e del know-how il loro punto di forza, e che se messe in condizione di collaborare con altre realtà possono raggiungere un livello adatto a rispondere alle sfide che la competizione mondiale ci propone. Un Polo d’Innovazione è cosa ben diversa dalle reti d’impresa, che sono aggregazioni limitate nel tempo».

E dai Consorzi industriali.

«I consorzi hanno fatto il loro tempo, oggi c’è la necessità di gestire diversamente il territorio. Solo attraverso l’innovazione possiamo affrontare le sfide che ci attendono nei prossimi anni. Essere competitivi significa appunto affrontare i problemi con una nuova ottica, proponendo nuove soluzioni; per farlo bisogna promuovere lo sviluppo delle innovazioni e il diffondersi dei processi di trasferimento tecnologico, e i Poli d’innovazione rappresentano questa svolta, permettendo un riposizionamento strategico dell’economia abruzzese sui mercati».

Come sono strutturati?

«Ogni settore produttivo tra quelli individuati avrà un singolo Polo d’Innovazione e ogni Polo avrà un soggetto gestore che si occuperà di incoraggiare l’interazione tra le imprese e gli organismi di ricerca, lo scambio di conoscenze e di esperienze, l’uso in comune di installazioni e il trasferimento tecnologico, la messa in rete e la diffusione delle informazioni. Si tratta in pratica di puntare sull’economia della conoscenza».

Un notevole passo in avanti rispetto al passato.

«Ormai non si può più misurare la competitività di un territorio con finanziamenti e incentivi all’acquisto di capannoni e macchinari, ma attraverso l’economia della conoscenza, l’innovazione, la ricerca, la creazione di sinergie e di complementarietà del territorio che va gestito non a compartimenti stagni ma con un elevato spirito sinergico».

Quali sono gli strumenti a disposizione della Regione per il bando sui Poli d’Innovazione?

«Abbiamo stanziato 10 milioni di euro per la prima fase, quella istruttoria, che si è conclusa con l’ammissione di otto Poli d’Innovazione su 14 candidature presentate, per i settori dell’Automotive, dell’Elettronica e ICT, dell’Agroalimentare, del Tessile-abbigliamento e calzaturiero, del Turismo, dell’Edilizia sostenibile dei Servizi avanzati e dell’Economia sociale e civile. La risposta è stata fortissima, con più di 800 imprese che hanno aderito. Ma i Poli non sono strutture chiuse, e mi auguro che il numero delle imprese cresca anche nelle fasi successive. La fase negoziale del progetto ha inoltre previsto la possibilità di aggregare altre imprese con una premialità finanziaria di 200mila euro. E altri 4 milioni sono stati stanziati al fine di consolidare questo nuovo sistema di sviluppo economico del territorio, attraverso l’apertura di un nuovo bando per implementare la programmazione relativa ai Poli d’Innovazione. E nella programmazione dei PAR FAS abbiamo previsto risorse per il sostegno alla competitività dei sistemi produttivi aggregati per ulteriori 13 milioni di euro».

Quali sono le aspettative rispetto a questo progetto e quali i tempi entro cui vedremo i primi risultati? «I Poli di innovazione avranno successo, così come mi auguro, nella misura in cui sapranno diventare luoghi dove il “sapere” ed il “capitale sociale” possano fare la differenza. Questa è la scommessa per il futuro prossimo, visto che i risultati si vedranno da qui a poco. Una scommessa difficile ma, se non siamo disposti ad ammettere la possibilità di fallire, non potremo mai creare le condizioni per nuovi modelli di crescita economica».

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