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L’Abruzzo trionfa a “Cuochi d’Italia”

Luciano Passeri, abruzzese doc, ha fatto vedere di che pasta sono fatti gli abruzzesi già all'entrata in gara, terza puntata di "Cuochi d’Italia", il talent di cucina regionale presentato da Alessandro Borghese. Direttamente da San Giovanni Teatino dove gestisce l'osteria braceria Foconè e pizzeria Milù, "Big Luciano" è approdato negli studi milanesi di Tv8 portando una ventata di orgoglio abruzzese. E guadagnando alla sua regione la vittoria sull'Emilia Romagna a colpi di chitarrina con le pallottine alla teramana. «Pallottine, non pallottone!»,
ha ironizzato lo chef sfoggiando abilità consumata nel formarle in punta di dita. Il merito di tanta maestria, ha raccontato, tutto della nonna paterna, Francesca, originaria di Castiglione a Casauria. «Mi ha sempre affascinato guardarla in cucina. Da bambini ci faceva giocare anche preparando le pallottine. Da lei ho imparato a rosolare cipolla e carota tagliate solo a metà in modo da poterle togliere più facilmente dal sugo, cosa che puntualmente ho fatto anche in trasmissione e i risultati si sono visti». In effetti il pizzachef pescarese ha recuperato lo svantaggio di alcuni punti affascinando i giudici - gli stellati Gennaro Esposito e Cristano Tomei, e lo stesso Borghese – con il suo savoir faire al tradizionale "Carrature" ereditato dalla nonna, ha fatto sapere. La concorrente emiliana è stata penalizzata proprio dalle tracce di cipolla, nemmeno troppo cotta, lasciate nel condimento, e “Big Luciano" si è aggiudicato la prima sfida con grinta da vendere e tanta voglia di mettersi in gioco per il “suo” Abruzzo. «La voglia di giocare mi è rimasta dentro dall'infanzia: sono un Peter Pan del gusto», ha raccontato tra un piatto e l'altro. «A sei-sette anni giocavo al Dolceforno nel retro del negozio di giocattoli dei miei genitori. Una vocazione che ho coltivato nel tempo». Campione del mondo della pizza nel 2004 (premiato a Salsomaggiore Terme dall'allora Miss Italia, Cristina Chiabotto), nel 2007 medaglia d'argento per la pizza in teglia, Luciano Passeri, 47 anni in marzo, si dice un «ricercatore di materie prime tipiche abruzzesi», un professionista »naturalmente creativo». «La parola gourmet non appartiene alla nostra cultura», sostiene. «La natura abruzzese offre prodotti di qualità ineguagliabile e se ci metti anche del tuo il risultato può essere straordinario. Il mio progetto si fonda sulla tipicità abruzzese e voglio portarlo in giro nel mondo. Si parla di tortellini emiliani, cotolette alla milanese, orecchiette pugliesi, ma non si nomina mai un piatto abruzzese. Quando al casting per Cuochi d'Italia mi hanno chiesto se potevo essere il cuoco che può rappresentare l'Abruzzo ho risposto senza esitazioni: certamente sì. Mi hanno richiesto anche un breve video di presentazione, così mi sono fatto conoscere in modo spiritoso e brillante, ho cantato una canzone popolare, “Sott'a la capanne”». Da oggi e per tutta la durata del Sigep, il Salone internazionale del dolciario e dell'arte bianca a Rimini Fiera, Passeri sarà impegnato in quotidiani cooking show per conto di un'azienda che vende forni. «Ci sarò a nome e per conto dell'Abruzzo», dice. «L'anno scorso ho presentato l'agnello cace e ove sulla pizza, quest'anno altre novità tipiche». E a fine mese, annuncia, ci sarà la riapertura della Pizzeria Milù nella nuova veste takeaway con tavoli, ma senza servizio: «Street food contemporaneo con vendita di prodotti della campagna abruzzese a nostro marchio».

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