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Parata di stelle al bicentenario del Marrucino

Prima al Teatro Marrucino di Chieti per l’apertura del Bicentenario con il concerto del violinista Uto Ughi. Con l’ingresso sorvegliato dagli agenti della Digos in borghese tra dame in abiti ottocenteschi è stata una parata di politici, candidati ed esclusi eccellenti dell’ultimo minuto, amministratori, esponenti delle forze dell’ordine, imprenditori, e i fortunati 96 cittadini che sono riusciti a mettere le mani, dopo una fila di ore e ore, sui pochi biglietti gratis rimasti.

Il primo a salire sul palco è stato Cristiano Sicari, elegante più del solito: il presidente della Deputazione teatrale in smoking nero d’ordinanza ha fatto da arbitro tra il presidente Pd della Regione Luciano D’Alfonso, candidato al Senato – giunto in teatro sotto l’ombrello tenuto da Giampiero Perrotti, coordinatore del comitato per la Salvaguardia di Chieti – e il sindaco di Forza Italia Umberto Di Primio. In sala, davanti a loro, un lungo elenco di politici: Sara Marcozzi del M5S con scialle bianco arrivata a braccetto con il deputato grillino Giorgio Sorial, il parlamentare forzista Fabrizio Di Stefano, la sottosegretaria alla Giustizia e ricandidata Federica Chiavaroli, il presidente della Provincia e sindaco di Lanciano Mario Pupillo, l’assessore regionale Silvio Paolucci, il consigliere regionale Mauro Febbo, il presidente del consiglio comunale Liberato Aceto, l’assessore candidata Emilia De Matteo e i colleghi Mario Colantonio e Raffaele Di Felice, il coordinatore regionale di Forza Italia Nazario Pagano. E poi una platea con due arcivescovi, Bruno Forte di Chieti ed Emidio Cipollone di Lanciano, il prefetto Antonio Corona, l’ex prefetto Fulvio Rocco, il procuratore Francesco Testa, il docente Luigi Capasso, a capo della fondazione dell’università d’Annunzio, con un farfallino blu, gli imprenditori Luca ed Emanuela Tosto, l’ex presidente della Camera di commercio Roberto Di Vincenzo. Una prima del Bicentenario trasmessa in diretta sul sito del Marrucino e sul maxischermo in piazza Valignani. E per una volta tutti d’accordo: applausi per Ughi.

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