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Da Lama dei Peligni alla vetta dell’Everest

Sventolerà sull’Everest, a 5.300 metri di altitudine, la bandiera del rifugio Fonte Tari. Majella e Everest, Abruzzo e Nepal uniti grazie a Peppe Ardente, Andrea Monaco, Angelo Caprara, Lorenzo Ardente, Ewa Piechowiz e Luciano Carchesio dell’associazione Majella Sporting Team. Il gruppo è partito da Lama dei Peligni per Kathmandu da dove raggiungerà con un piccolo aereo l’altiporto di Lukla e da lì, a quota 2.850 metri, partirà la sfida all’Everest.

Secondo il programma di viaggio, preparato nei minimi dettagli, gli escursionisti impiegheranno sette giorni per arrivare alla meta, un campo base che è a 5.300 metri di altitudine e a 54 chilometri di distanza. Non sarà facile viste le temperature rigide e il peso che porteranno addosso, poiché non chiederanno aiuto agli sherpa, come usano, invece, le comunità locali. Per la notte faranno sosta nei piccoli villaggi che troveranno lungo il percorso e torneranno a Lama il 6 aprile. «L’idea di questo viaggio è nata un po’ per gioco durante le nostre serate al rifugio» - spiega Ardente - che abbiamo recuperato, dopo anni di abbandono, lavorandoci tantissimo. Adesso è un luogo ben attrezzato, che offre ristoro e accoglie di continuo gli escursionisti che passano di là. È stata una scommessa vinta e ora il nostro desiderio è unire con un filo ideale la nostra montagna, il nostro rifugio, con la cima più ambita, per portare un po’ d’Abruzzo in Nepal».  

 

 

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