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Protesta in bicicletta contro le strade chiuse

Una gita in bici come atto di “disobbedienza civile” contro l’ordinanza della Provincia dell’Aquila che ha interdetto alle due ruote, per motivi di sicurezza, 25 strade di competenza. «La Provincia ci ripensi subito e restituisca le strade che collegano territori bellissimi a ciclisti e motociclisti. È assurdo chiudere strade per le buche, l’ente deve ripararle e renderle sicure».

Lo ha detto il promotore della pedalata di protesta, l’ex assessore comunale Pietro Di Stefano. Dopo essersi dati appuntamento davanti alla sede della Scuola della Finanza di Coppito, circa 200 ciclisti hanno risposto all’appello unendosi via via lungo il percorso. Alcuni provenienti anche da fuori Abruzzo, hanno fatto un giro sulle strade che conducono a Montereale e al lago di Campotosto. L’ordinanza è legata allo stato di scarsa manutenzione delle strade e alla mancanza di fondi per intervenire. Domenica scorsa un motociclista quarantenne di Campobasso è morto dopo essere finito con il suo mezzo su una buca lungo la strada 83 Marsicana, nei pressi di Barrea. «Un provvedimento del tutto negativo ha prodotto il miracolo di mettere insieme ciclisti e motociclisti», dichiara Di Stefano. «La preoccupazione è che questa vicenda ci porti a essere derisi dagli italiani che conoscono i nostri territori dopo il sisma». Hanno aderito all’iniziativa, tra gli altri, le società Bike99, San Demetrio bike, Cicli Ricci, Ciclistica L’Aquila, Cicli Cheli, Gsc Tor Sapienza di Roma.  

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