A 34 anni di distanza quell’investimento ha dato vita ad una industria che fattura oltre 118 milioni di euro e che da lavoro a 600 dipendenti occupati negli stabilimenti in Italia, Regno Unito, India e Brasile. Nicola Di Sipio, perito industriale da Ripa Teatina in provincia di Chieti, è stato premiato nel 2015 dall’Amministratore della Fiat, come fornitore dell’anno. La sua Raicam automotive products fornisce frizioni e freni e altri componenti non solo al gruppo Fiat (per l’esattezza oggi si chiama FCA) ma ai più importanti produttori di auto: dalla Ford alla Land Rover, dalla Jaguar alla Mc Laren, dalla Aston Martin alla Porsche, dalla Volvo alla Lotus. «Ho iniziato nel 1982, ero un perito industriale che cercava lavoro, e poiché non lo trovavo mi sono inventato un mestiere.
Ci sono tre tipi di imprenditori, secondo me: quelli per dinastia, quelli predestinati e poi ci sono quelli forzati, a cui appartengo io. Ho iniziato rigenerando vecchi pezzi di automobili, perlopiù freni. Quando facevo manutenzione alla mia 128, durante la scuola, vedevo spesso qualcuno che passava dal mio meccanico a vendergli dei pezzi usati, e da lì presi l’idea. Non era una “startup” innovativa, come si usa dire oggi, ma solo un’attività che poteva crescere secondo l’impegno profuso: chi è più bravo di solito ci impiega poco tempo, chi è meno bravo ci mette un po’ di più.
Nell'84 ho cominciato invece a produrre freni nuovi, ovvero ricambi alternativi, ed è ciò che facciamo anche oggi. Il settore automobilistico è molto difficile: ci sono automobili che hanno componenti, coperti da brevetto, utilizzati da decine di anni. Attualmente vendiamo, per fare un esempio, 12mila freni della Fiat 500L del 1966: significa che dodicimila clienti della Fiat 500 nel mondo comprano i freni da me, e sono numeri importanti. Nonostante questa caratteristica “conservatrice” abbia agevolato la mia attività, siamo alle porte di una rivoluzione. Nel giro dei prossimi tre-cinque anni l’auto, che per la mia generazione aveva un significato non disgiunto dall’elemento umano (il pilota con la sua capacità e tecnica di guida) cambierà radicalmente e diventerà come un iPad: un oggetto elettronico che basterà accendere e “comandare” tramite computer, e farà tutto da sola. (Leggi l'intervista completa su Vario 89 in edicola)