Due le linee, non solo ideali, sulle quali si basano i progetti della Sangritana: la prima parte dal porto di Ortona e raggiunge Castel di Sangro. «Da Ortona –spiega Di Nardo– che ospita il porto regionale d’Abruzzo si attraversa la Val di Sangro, principale zona industriale della provincia di Chieti dove lavorano stabilimenti come Honda e Sevel, con i relativi indotti. E da quest’area, che fino a prima della crisi produceva il PIL più importante della regione, si va verso l’interno e, quindi, a Castel di Sangro, da dove il passo verso il Tirreno è breve. In questo modo i costi della logistica, che vengono ad incidere pesantemente sul prodotto finito, sarebbero dimezzati. L’efficienza dei trasporti, infatti, rende anche il made in Italy più competitivo». La seconda linea comincia da Termoli, alle porte della regione, e si inoltra a Nord fino a Bologna e da lì in Europa: «Tutto questo è possibile grazie al possesso del certificato di sicurezza che permette alla Fas di percorrere la ferrovia della Rete Ferroviaria Italiana». Sulla linea ferroviaria della val di Sangro attualmente l’azienda frentana ha investito qualcosa come 25 milioni di euro, finalizzati al potenziamento del trasporto merci soprattutto a supporto dei colossi automobilistici Honda e Sevel. Un esempio? Basti pensare alla Sevel che produce in Abruzzo furgoni Ducato, che soddisfano le esigenze dei mercati interni e internazionali. Investimenti, inoltre, che comprendono una nuova linea passeggeri da Torino di Sangro ad Archi, da realizzarsi entro il 2013. Incluso nei progetti anche il ripristino del glorioso Treno della Valle che, dopo alcuni anni di forzata assenza dai binari, dovrebbe tornare in attività.
Il “trenino”, come viene affettuosamente chiamato, riveste un ruolo fondamentale sotto l’aspetto culturale (le scuole lo hanno spesso utilizzato per scopi didattici) e turistico, consentendo ai visitatori dell’Abruzzo di scoprire con un mezzo diverso una parte del territorio regionale poco nota al grande pubblico, benché ricca di fascino, di storia e di bellezze paesaggistiche, in cui insistono aziende legate all’industria turistica come quelle che ruotano intorno al Lago di Bomba. Senza contare che il turismo è una delle tante attività della Sangritana, che si propone anche come tour operator tramite l’agenzia di Lanciano “Sangritana Viaggi e vacanze” (con filiali a Pineto e all’Aquila) e che ha messo a punto una serie di pacchetti turistici che coinvolgono l’intero territorio regionale, ancor più oggi che la stessa azienda ha preso in gestione la bella e rinnovata cabinovia di Prati di Tivo (vedi servizio su Vario 73). E in più il Cda della Sangritana «ha avviato lo studio –anticipa Di Nardo– del progetto di trasformazione del tracciato che collega Lanciano a San Vito Marina da regime ferroviario a tramviario: un’innovazione, questa, che doterebbe il territorio di uno strumento di trasporto comodo, duttile e, non da ultimo, non inquinante. Un collegamento con la costa capace di decongestionare anche il traffico stradale che paralizza la circolazione in prossimità dell’uscita dell’autostrada A14». Ma la linea che collega l’interno alla costa è fondamentale anche per l’importanza che ha acquisito il porto di Ortona che, per potenzialità (dimostrate ampiamente anche in tempi recenti, tanto dal punto di vista turistico quanto da quello commerciale) e per infrastrutture, oltre che sotto l’aspetto logistico, è davvero centrale per il futuro sviluppo della Sangritana e non solo: «Il porto di Ortona –spiega Pasquale Di Nardo– è l’unico ad avere i binari lungo la banchina del molo nord. Noi vorremmo realizzare una variante ferroviaria porto di Ortona-zona industriale di Caldari, trasformandola in piastra logistica», il che presuppone, però, che lo scalo diventi effettivamente il “porto d’Abruzzo”, un progetto «che potrebbe essere sostenuto –ha annunciato Chiodi durante la visita– da un finanziamento di 90 milioni di euro».
L’altra linea sulla quale si muove la Sangritana è quella che da Termoli (dove si prevede di prolungare la linea gestita dall’azienda entro il 2013) percorre la costa in direzione Nord: «Siamo partner di importanti realtà ferroviarie nazionali –prosegue Di Nardo– come la Nordcargo di Milano, con cui ci colleghiamo nello scalo di Faenza, e la Ferrotramviaria di Bari. Copriamo sul territorio nazionale, e quindi su rete Rfi, la linea adriatica a Nord fino a Bologna e a Sud fino a Taranto, mentre a Ovest arriviamo fino a Roma e Napoli. Inoltre, unica azienda in Italia, operiamo all’interno dell’Interporto di Jesi, nelle Marche, con mezzi e personale alle nostre dipendenze. Trasportiamo prodotti agricoli da Jesi a Guglionesi-Portocannone (Termoli) e acciaio dalla Germania a Chieti, per un fatturato totale che, nel 2010, ha superato i due milioni e mezzo di euro». Il discorso non si limita però al solo trasporto merci: con la soppressione, da parte di Trenitalia, di alcune fermate importanti lungo la costa abruzzese, la Sangritana diventa il vettore principale per il trasporto pubblico su rotaia da e per l’Abruzzo, raggiungendo lo snodo bolognese da cui si può intercettare l’alta velocità. Nell’ottica dello sviluppo turistico abruzzese va anche il potenziamento dei collegamenti su gomma (altro grande ramo dell’azienda) tra Teramo e la costa adriatica: «Abbiamo accordi, per ora ancora da ratificare, con il Parco marino di Pineto - Terre del Cerrano per promuovere il territorio con servizi di bus navetta tra il mare e il capoluogo e tra Teramo e il Parco nazionale del Gran Sasso –continua Di Nardo– oltre all’introduzione di mezzi ferroviari promiscui, vale a dire vagoni per il trasporto pubblico e di biciclette, visto il notevole sviluppo del cicloturismo».
di Claudio Carella