Spalletti, insieme alla sua compagna, Patrizia Leonelli, ha ideato un progetto: interventi minimi, che non comportano investimenti enormi, con una rivisitazione delle facciate dei palazzi e delle case, eliminando brutture e cambiando i colori, rendendo le strade più fruibili, aggiungendo panchine, alberi e zone verdi. Un restyling completo, insomma, basato su un’idea forte –far tornare il paesaggio nel paese– e progettato da un team di sole donne, composto da Patrizia Leonelli e da tre studentesse della Facoltà di Architettura di Pescara, tutte originarie di Cappelle: Martina Berardinucci, Ida Blasioli e Maria Elena D’Ettorre, e sostenuto fortemente dal sindaco di Cappelle Maria Felicia Maiorano Picone. «Spesso –racconta il sindaco– mi lamentavo con Ettore dello stato quasi vegetativo in cui versava Cappelle, e della costante flessione delle attività commerciali e turistiche. La sua proverbiale sensibilità e l’amore che da sempre nutre per il suo paese natale lo hanno spinto a proporre insieme alla sua compagna questo progetto. Il Comune ha a disposizione un fondo di 300mila euro per le opere pubbliche, cui si aggiungeranno i sostegni della Banca di Credito Cooperativo e degli enti locali». Ma la spesa sarà minima, spiega l’autrice: «In fondo si tratta di interventi poco invasivi, una sorta di abbellimento, di “messa in ordine” di ciò che non lo è. Lavoreremo sui colori oltre che sul verde naturale, sull’arredo urbano e sull’interramento di cavi elettrici e telefonici: una pulizia generale che consenta di aprire “finestre” su un paesaggio meraviglioso che deve “rientrare” nel paese, rendendolo fruibile dai visitatori e integrandolo con l’ambiente. Anche la toponomastica verrà rivista in base agli interventi». Al termine dei lavori –già iniziati, annuncia il sindaco, con la ripavimentazione della piazza del Comune – sarà possibile dunque ammirare di nuovo il mare e la montagna da tutto il perimetro del paese, coniugando l’aspetto estetico a quello sociale della comunità: il “sogno” è quello di migliorare infatti la qualità della vita dei residenti. «Il progetto che abbiamo studiato per Cappelle –suggerisce Patrizia Leonelli– dovrebbe funzionare, nelle sue linee concettuali, anche per altri borghi lasciati all’incuria delle amministrazioni, cui è demandata la capacità di conservare il paesaggio, di recuperare il rapporto dei luoghi abitati con la natura che li circonda pensando all’esterno come a un salotto di vita comune da potere abitare e vivere quotidianamente, riuscendo a conquistare una libera e straordinaria offerta di ospitalità». Lottando contro l’indifferenza, la trasandatezza e la mancanza di partecipazione alla vita pubblica, mali da cui sono affetti i nostri tempi.
di Mimmo Lusito