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Paese d'Artista

 

Il progetto

Cappelle sul Tavo

Un progetto di Ettore Spalletti e Patrizia Leonelli propone di riqualificare il paese integrandolo col paesaggio: un sogno realizzabile attraverso una serie di piccoli interventi a costo (quasi) zero

Una bellezza semplice e antica, quella descritta da D’Annunzio e da Michetti, dalle curve mozzafiato. Cappelle è il paese disteso sulle colline del Pescarese, che di giorno si affaccia sul blu dell’Adriatico e di sera sul rosso tramonto che infiamma la Bella Addormentata. Un paese che, come altri piccoli centri della regione, si è sviluppato lungo un asse viario che lo attraversa, e ne preserva così la sua struttura originaria che oggi, purtroppo, versa in uno stato di quasi abbandono. Se molti dei cittadini di Cappelle hanno subìto questo stato di cose, qualcuno, dotato di sensibilità fuori dal comune, sta cercando di reagire. Ettore Spalletti, abruzzese e amorevole figlio di Cappelle sul Tavo, sta cercando di mettere la sua sensibilità al servizio della comunità restituendo al suo paese il valore che la natura gli ha conferito, e aprendo una strada che potrebbe essere valida anche per gli altri piccoli centri urbani della regione. Il suo amore per il paese natìo l’ha sempre manifestato: sulle sue tele il segno del profilo della Bella Addormentata, nei suoi colori i riflessi della natura in cui è cresciuto, nel raccontare la curva del tracciato della Coppa Acerbo che attraversa il paese, anche nel film che Pappi Corsicato ha girato su di lui.

Ettore SpallettiPatrizia Leonelli e il suo staff

Spalletti, insieme alla sua compagna, Patrizia Leonelli, ha ideato un progetto: interventi minimi, che non comportano investimenti enormi, con una rivisitazione delle facciate dei palazzi e delle case, eliminando brutture e cambiando i colori, rendendo le strade più fruibili, aggiungendo panchine, alberi e zone verdi. Un restyling completo, insomma, basato su un’idea forte –far tornare il paesaggio nel paese– e progettato da un team di sole donne, composto da Patrizia Leonelli e da tre studentesse della Facoltà di Architettura di Pescara, tutte originarie di Cappelle: Martina Berardinucci, Ida Blasioli e Maria Elena D’Ettorre, e sostenuto fortemente dal sindaco di Cappelle Maria Felicia Maiorano Picone. «Spesso –racconta il sindaco– mi lamentavo con Ettore dello stato quasi vegetativo in cui versava Cappelle, e della costante flessione delle attività commerciali e turistiche. La sua proverbiale sensibilità e l’amore che da sempre nutre per il suo paese natale lo hanno spinto a proporre insieme alla sua compagna questo progetto. Il Comune ha a disposizione un fondo di 300mila euro per le opere pubbliche, cui si aggiungeranno i sostegni della Banca di Credito Cooperativo e degli enti locali». Ma la spesa sarà minima, spiega l’autrice: «In fondo si tratta di interventi poco invasivi, una sorta di abbellimento, di “messa in ordine” di ciò che non lo è. Lavoreremo sui colori oltre che sul verde naturale, sull’arredo urbano e sull’interramento di cavi elettrici e telefonici: una pulizia generale che consenta di aprire “finestre” su un paesaggio meraviglioso che deve “rientrare” nel paese, rendendolo fruibile dai visitatori e integrandolo con l’ambiente. Anche la toponomastica verrà rivista in base agli interventi». Al termine dei lavori –già iniziati, annuncia il sindaco, con la ripavimentazione della piazza del Comune – sarà possibile dunque ammirare di nuovo il mare e la montagna da tutto il perimetro del paese, coniugando l’aspetto estetico a quello sociale della comunità: il “sogno” è quello di migliorare infatti la qualità della vita dei residenti. «Il progetto che abbiamo studiato per Cappelle –suggerisce Patrizia Leonelli– dovrebbe funzionare, nelle sue linee concettuali, anche per altri borghi lasciati all’incuria delle amministrazioni, cui è demandata la capacità di conservare il paesaggio, di recuperare il rapporto dei luoghi abitati con la natura che li circonda pensando all’esterno come a un salotto di vita comune da potere abitare e vivere quotidianamente, riuscendo a conquistare una libera e straordinaria offerta di ospitalità». Lottando contro l’indifferenza, la trasandatezza e la mancanza di partecipazione alla vita pubblica, mali da cui sono affetti i nostri tempi.

di Mimmo Lusito

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